di Giulia Badiali, Federico Finali, Gabriella Pancaro.
Il panel Ridefinire le città in uno spazio aumentato: il piano regolatore della comunicazione e le nuove figure professionali vede l’intervento di Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, Fiorella De Cindio docente dell’Università degli studi di Milano e Paolo Perucchini, presidente della Lombarda. Il panel, coordinato dal giornalista Michele Mezza, ha visto un acceso dibattito sui temi attuali dell’open government quali trasparenza, collaborazione e partecipazione all’amministrazione digitale all’interno delle città. Apre il discorso Michele Mezza che punta l’attenzione sull’importanza dei ruoli svolti dai comunicatori all’interno delle città affinché possano realizzare servizi adeguati ai propri cittadini. La città diventa essa stessa una macchina per la comunicazione che fruisce in maniera dinamica informazioni.
La città usa figure della comunicazione per realizzare servizi #glocal15 .@michelemezza
— paciotti federica (@paciottifederic) 20 Novembre 2015
La parola passa a Gori, primo cittadino del bergamasco, che sottolinea la necessaria ambivalenza della posizione del cittadino, destinatario e soprattutto produttore di informazioni appartenenti ad un sistema ben definito nelle città. Un sistema, continua Gori, che dovrebbe identificarsi con una moltitudine di attori e non con un singolo soggetto.
.@giorgio_gori gli stessi cittadini sono sia destinatari che produttori di informazioni #glocal15 — Melissa Bartolini (@MelyBart) 20 Novembre 2015
Per ridefinire il piano, interviene la De Cindio, bisogna focalizzarsi sulle attività svolte dalle amministrazioni e sull’importanza dell’open data che sta aprendo un nuovo stile di governo del territorio. Si parte dunque, dal rapporto che c’era tra l’urbe e la civitas romana per arrivare ad una realizzazione del modello digitale delle città. Un esempio di partecipazione dei cittadini attraverso l’uso del digitale è il sito partecipaMi.it che è dedicato ai cittadini milanesi e ai loro rappresentanti nelle istituzioni locali per fornire loro spazi e strumenti di partecipazione alla vita e alla gestione delle città. Considerando che oggi la tecnologia e la comunicazione appartengono assiduamente alla vita quotidiani dei cittadini, non è assolutamente vero che non si può operare in rete. Fiorella De Cindio sostiene che sia essenzialmente una scusa. I cittadini in rete infatti, sono costantemente più avanti delle amministrazioni pubbliche. È quindi possibile riuscire a superare lo scoglio del digital divided e poter creare servizi per una città online, digitale e smart.
Digital divided, non si possono fare le cose in rete? Più una scusa che una realtà. I cittadini sono digitali. #FiorellaDecindio #glocal15 — unsognatorebarbuto (@FedericoFinali) 20 Novembre 2015
La parola passa a Perucchini che introdotto da Mezza, punta a riflettere sul ruolo dei cittadini nella sfera digitale che si configurano con il ruolo di citizen journalist esprimendo che “giornalista è chi il giornalista fa”. Il cittadino entra così attivamente nella sfera dell’informazione pubblica. Dietro al movimento informativo c’è business, si lavora, si guadagna e lo si fa per hobby. Il giornalismo diventa smart proprio come le città grazie anche all’uso dei social network, tanto che ormai si è in ritardo per poter governare i processi giornalistici, conclude Perucchini.
“Giornalista è chi il giornalista fa” Paolo Perucchini a #glocal15
— Giulia Badiali (@GiuBadiali) 20 Novembre 2015
Ogni amministrazione dovrebbe adeguarsi alla digitalizzazione e il cittadino dovrebbe essere partner della comunicazione. Una realtà facile da dirsi ma difficile da farsi.
Creare una mappa delle città con le segnalazioni e farla pubblica, apre il dialogo con il cittadino, dice Fiorella Di Cindio a #glocal15 .
— ChiaraF (@ChiaraForchetti) 20 Novembre 2015
Team Perugia