La parola è passata subito a Yuri Ferioli, il quale ha sottolineato quanto gli aspetti del marketing e della comunicazione abbiano cambiato ruolo e importanza, dando così la possibilità a case discografiche piccole e indipendenti di esistere. Mentre un tempo si spendevano grandi cifre, oggi ci sono canali diversi che permettono di lanciare un prodotto musicale sul mercato. In ogni caso, non va dimenticata la “miccia creativa”, fondamentale per dare inizio ad un progetto di lunga durata.
In seguito è intervenuto Francesco Brezzi, fondatore della Ghost Records, che ha spiegato quanto Internet sia stato il motore di una serie di importanti cambiamenti nel modo di fruire della musica: “Si è passati da un mercato del possesso ad un mercato dell’accesso, la musica non è più fermata su un supporto fisico”. Quello che conta comunque, è l’apprezzamento, è per questo le case discografiche hanno “trovato forme alternative” per far arrivare il messaggio.
Dopo le parole di due esperti del settore, è intervenuto Riccardo Montanari, giovane artista e frontman del gruppo Belize, che ha raccontato la sua esperienza, evidenziando quanto le giovani band si trovino di fronte ad un bivio nel momento in cui decidono di intraprendere la strada del successo. “Si può arrivare direttamente al pubblico, facendo un grandissimo lavoro personale sui social”, ha spiegato “oppure si può passare da un’etichetta discografica, oramai ce ne sono molte e non è difficile trovare una nicchia”. Lui stesso si dichiara fermo sostenitore della necessità di un aiuto esterno, e in questo lo sostiene anche Francesco Brezzi, che afferma che se una band vuole “costruire un pezzo che arrivi, deve avere qualcuno che lo faccia uscire con il vestito migliore”.
Tutti e tre gli speaker, pur da prospettive diverse, concordano sul fatto che dietro un’artista deve esserci un team creativo, qualcuno che sappia creare una forte identità creativa. La musica è importante, ma oramai non basta più.
Giulia Masoli