Cosa c’entra un prete con il cinema? Come si coniugano chiesa e cinema? E in tutto questo, cosa c’entrano un Festival e una rivista?
Queste le tematiche principali trattate durante l’evento “Giornalismo e cinema. Il cinematografo compie 90 anni”. L’evento si apre con un saluto a Max Croci, regista cinquantenne venuto a mancare l’8 Novembre 2018. Introduce il discorso Mauro Gervasini, critico cinematografico, per poi passare la parola a Don Davide Milani, presidente Fondazione Ente per lo spettacolo e responsabile della comunicazione della Diocesi di Milano: “Mi ha colpito la passione di Croci nel mettersi a fianco degli adolescenti, la sua capacità di ascoltarli e allo stesso tempo ammaliarli con la sua dolcezza unica”.
Dopo il dovuto saluto a Croci, Gervasini presenta gli argomenti su cui si focalizzerà durante l’incontro: da una parte, il tema delle sale delle comunità, dall’altra la rivista Cinematografo. In particolare, sulle sale delle comunità afferma che in Italia ve ne sono 1200: in un momento di crisi dell’esercizio cinematografico è rilevante il fatto che molte parrocchie aderiscano a questa iniziativa. Di conseguenza, chiede a Milani come si coniughino questi due aspetti e quale sia la prospettiva futura.
Milani, per prima cosa, afferma che a lui è stato passato il testimone e che l’iniziativa ha origine nel passato: l’intuizione geniale sta nel comprendere che il fenomeno artistico non basta da solo, è così ampio che non si riduce nel momento del suo darsi visione. Il Cinematografo nasce, quindi, con questa ambizione: ampliare il cinema ad altri ambienti. Inoltre, la preoccupazione attuale è raccontare non tutto il cinema, ma quello che risponde ai canoni di ricerca di senso e apertura dell’uomo: “Sono fiero che la mia chiesa si occupi di cinema. Non parliamo di film cattolici o temi religiosi, ma film validi che rappresentino l’uomo e le sue domande, storie positive che mostrano l’uomo a 360° e non ridotto ad un solo aspetto”.
Milani, inoltre, afferma che oggi è importante che le sale si diano una missione culturale precisa, che sappiano leggere il proprio territorio e che sappiano costruirsi una comunità vera di persone. E parlando di persone si arriva a parlare di ragazzi: è difficile coinvolgerli nella lettura critica, quindi Gervasini chiede a Milani che metodo adotta per rapportarsi con loro: “Per approcciare i ragazzi alla lettura critica l’unico modo è praticarla con loro: fargliela smontare, analizzare e rimontare. Così diventano critici di un linguaggio che già parlano”.
L’ultimo focus è sul Festival Terzo Millennio, nato per intuizione di Giovanni Paolo II, che nell’edizione di quest’anno racconterà il rapporto del mondo con il sacro, dell’uomo con il trascendentale e del dialogo interreligioso. La particolarità sta nel coinvolgere tutti i paesi del mondo e nel riconoscere il cinema come linguaggio che mette insieme persone, culture ed esperienze, in quanto fattore di semplificazione per ragionare sul mondo e sulle sue dinamiche.
Georgia Sansalone