Dalla lente di Sherlock Homes all’ispettore Gadget, nuove tecniche di investigazione

Il 7 settembre 2018 gli italiani hanno scoperto che la polizia ha un nuovo alleato tecnologico: il Sistema automatico di riconoscimento delle immagini (Sari) che confronta 9 milioni di profili (dei quali 2 milioni sono italiani).

Nell’inchiesta Mensa dei poveri che ha portato all’arresto di 43 tra politici e imprenditori gli investigatori captano anche le conversazioni tra soggetti che si parlano vis a vis, grazie ad un trojan installato sui loro telefoni smartphone che permette di accedere al microfono.

Nascono piattaforme per agevolare la denuncia anonima di situazioni di illegalità: la più diffusa al mondo è nata in Italia e si chiama Centro Hermes – center for transparency and digital human rights. Ma ce ne sono altr come Irpileaks e Italialeaks, sempre sviluppati dalla piattaforma Hermes.

Si sviluppa la tecnologia blockchain per la raccolta e la protezione di dati sicuri.   E ancora hacker, cybersecurity, crittografia end to end. Tutti nomi che ci stiamo abituando a sentire ogni giorno, a volte anche a sproposito.

Quelli elencati sono alcuni degli elementi che disegnano un mondo che sta cambiando. Cambiano le tecniche di investigazione, cambiano le modalità con cui gli investigatori operano e gestiscono le informazioni, cambiano le modalità con cui i giornalisti raccolgono le denunce in maniera anonima e sicura per le fonti stesse.

Se ne parlerà a GocalNews l’8 novembre dalle 11 alle 13 nella sala Varesevive di via san Francesco d’Assisi 26.

Ci sarà Raffaele Angius, giornalista freelance per La Stampa, Wired e Agi, specializzato nell’impiego di strumenti informatici per la protezione delle fonti e delle telecomunicazioni. Nel 2018 ha creato ItaliaLeaks, la piattaforma di Agi per la raccolta di segnalazioni anonime su corruzione e criminalità organizzata. Precedentemente ha progettato e realizzato RegeniLeaks, dedicata alla raccolta di informazioni sulle violazioni dei diritti umani in Egitto e sull’omicidio di Giulio Regeni. Come giornalista, scrive principalmente di crimini informatici, diritti umani digitali e sorveglianza di Stato, ed è membro dell’Hermes Center for Transparency and Digital Human Rights, con il quale collabora alla diffusione di strumenti per la protezione del lavoro giornalistico e delle fonti.

Oltre al giornalista ci sarà anche Alessandro Borra, esperto di digital forensic, laureato in Fisica. È uno dei primi professionisti italiani a specializzarsi nella computer forensics, la disciplina di informatica forense a supporto alle investigazioni scientifiche digitali. In oltre 20 anni di attività ha svolto numerosi incarichi per conto di Uffici Giudiziari e parti private, partecipando – in qualità di Consulente Tecnico – a molteplici casi giudiziari, in ambito Civile e Penale (da Sanitopoli a Milano al processo per l’omicidio di Garlasco).

Accanto a lui sarà presente anche Michele Vitiello titolare dello Studio Ingegneria Informatica Forense (iscritto all’ Albo dei Periti n° 110  e all’ Albo dei CTU n° 844 del Tribunale di Brescia), Ausiliario di Polizia Giudiziaria, Perito del Giudice, Consulente Tecnico del Pubblico Ministero e Consulente Tecnico di Parte in numerosi procure, tra le quali anche quella di Busto Arsizio.

Il corso permette l’acquisizione di due crediti formativi per la formazione continua dei giornalisti ed è possibile iscriversi sul portale Sigef 

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