C’è stato un tempo (e sembra mille anni fa), in cui l’Italia era terra di migranti, tra i più poveri e senza alternative. Costretti a cercare fortuna altrove in Europa, oltreoceano, ma anche semplicemente oltre le sbarre al valico che segnava il confine con la Svizzera.
Sono milioni le storie di quelle vite piene di fame e di speranza e di quelle più antiche si spegne poco a poco la memoria, mentre nuove storie e modelli di migrazione vedono protagonisti sempre più spesso i giovani italiani.
Se ne parlerà a Glocal, in un incontro durante il quale verranno presentati un libro e un affascinante progetto digitale nato proprio per non perdere la memoria di quelle vite e di quelle sfide alla miseria, ma anche per tenere traccia delle nuove migrazioni, che portano all’estero talenti, idee e voglia di farcela.
Sabato 9 novembre, dalle 16 alle 18 al Teatro Santuccio, entreremo nel racconto di quando i migranti erano gli italiani con il giornalista di Repubblica Concetto Vecchio, autore del libro “Cacciateli!”, una serrata inchiesta fra racconto e giornalismo che parte dal disegno xenofobo del deputato svizzero che negli anni 60 scatenò una campagna di odio contro gli immigrati, perlopiù italiani. Un libro che fa rivivere la stagione dell’emigrazione di massa, che svuotava le campagne del Meridione e le montagne del Nord, e in un viaggio nella memoria collettiva del nostro Paese raccoglie le voci degli emigrati di allora e sottrae all’oblio una storia di ordinario razzismo di cui i nostri connazionali furono vittime.
Al libro si affiancherà la presentazione del progetto digitale di Nicola Maranesi, giornalista e scrittore che ha dato vita al sito Italiani all’estero. I diari raccontano, nato in collaborazione con la Fondazione Archivio diaristico nazionale.
Nel sito sono raccolti i diari, le lettere e le memorie che racchiudono storie di italiani “qualunque”, vissuti all’estero tra l’inizio dell’Ottocento e i giorni nostri, raccolte a partire dal 1984 dall’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano e offerte ai lettori di tutto il mondo: “Ci sono le lettere di Adolfo Farsari, garibaldino che nel 1863 combatte da volontario la Guerra di secessione americana nell’esercito unionista. C’è il diario di un anonimo italiano che nell’agosto 1914 cerca di scappare dalla Bruxelles appena occupata dai tedeschi allo scoppio della Prima guerra mondiale. C’è quello di Leonia Ferrari, che sopravvive al bombardamento a tappeto su Würzburg il 16 marzo 1945 nel corso della Seconda guerra mondiale. In tempi più recenti Catello Cesarano racconta la rivolta degli studenti cinesi e i fatti di piazza Tienanmen, del 1989; Rosario Simone l’Iraq del 1990, quando inizia l’invasione del Kuwait; Mario Speranza l’insurrezione nello Yemen del 1994 e Gaddo Flego, medico negli ospedali da campo, il genocidio del Ruanda…”.
Con Nicola Maranesi ce ne parlerà la giornalista Marianna Bruschi, che ha collaborato al progetto.
A moderare l’incontro Roberto Morandi, giornalista di Varesenews e storico appassionato.