Ripensare le “news”: le comunità e l’educazione dei media

“La società non ha bisogno di giornali, ma di giornalisti”. Da qui è partita la riflessione di Marco Renzi, giornalista di Mondi Digitali e Presidente LSDI, durante il panel dedicato al ripensare le news andato in scena questo pomeriggio a Glocal.
“A chi serve questo contenuto? Perchè scrivo questo contenuto? Perchè pubblico questo contenuto? C’è davvero qualcuno disposto a pagare per questo contenuto? Che tipo di persone potrebbe essere disposto a pagare? Che cosa posso offrire alle persone più di quel che trovano da altri?”. Queste le domande che, secondo Alberto Puliafito, dovrebbero porsi i giornalisti. Per lui il “giornalismo” è un “pilastro fondamentale per la democrazia”, il giornalismo vende relazioni. Affronta il tema delle “comunità e l’educazione dei media” facendo un paragone con un argomento attuale: la circolare sull’entrata in vigore dell’obbligo per la dotazione di dispositivi antiabbandono.
Piero Dominici, Fellow, World Accademy of Art and Science, Direttore scientiico, Complexity Education Project Università degli Studi di Pavia, ha invece parlato di metodo,”L’opposto di complesso è riduttivo non semplice, nella nostra società si cerca di trovare soluzioni a questioni complesse che in realtà sono piccole”. Parla anche di crisi di controllo: il controllo, anticamente, arriva dai metodi educativi culturali. L’illusione di una razionalità sociale, l’illusione del controllo, l’illusione di poter eliminare i problemi dalla società.
Renzi ha concluso spiegando come in America “non si fidano dei media, non credono nei giornali, ma han creato una via parallela ai media: il social Instagram”, in Cina usano TikTok. L’educazione ai media è un tema rispetto al quale la società attualmente non è ancora pronta.

Molinari Luz Anita

 

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