L’incontro, l’ascolto e il racconto con Mario Calabresi

Storie di ripartenze e di persone comuni, ma anche una panoramica sul giornalismo odierno. Questi gli argomenti toccati nel panel “L’incontro, l’ascolto e il racconto” da Mario Calabresi a Glocal, il Festival del giornalismo digitale di Varese.

Un evento che parte dalla presentazione di “La mattina dopo”, il nuovo libro dell’ex direttore di Repubblica e La Stampa. Un testo fatto di storie di gente che si vede costretta a reagire di fronte a un cambiamento significativo nella propria vita: «Nessuna storia racconta di persone che cadono e si rialzano in maniera gloriosa, a me interessava raccontare di persone che dopo la rottura della loro vita si sono rimesse in cammino», spiega Calabresi.

Un racconto che mostra l’interesse non verso il risultato finale, ma verso l’analisi del processo che porta le persone a ripartire e che ha come protagonista la gente comune. «Non ho raccontato nessuna storia di persone note, nonostante ne avessi – afferma l’ex direttore di Repubblica –, perché una persona non si identifica nelle storie di personaggi famosi, perciò ho pensato che fosse meglio avere quelle di persone come noi».

Dal libro al giornalismo di oggi, Mario Calabresi la sua esperienza sui social network: «Io ho provato a costruire una pagina Facebook in cui la gente ragiona senza passare il limite. Il primo passo però è che chi gestisce la pagina non deve esagerare. E a parte un caso, nessuno ha mai insultato e dopo un mese la pagina conta 56mila persone che interagiscono».

Il giornalismo è un settore che attualmente sta vivendo grossi cambiamenti, ma Calabresi ammette con sincerità di non avere una risposta certa per dire dove andrà questa professione, ma solo la certezza che «il giornalismo tradizionale è in crisi, ma ci sono tanti luoghi nuovi e non bisogna farsi prendere dalla nostalgia che aleggia dentro i giornali tradizionali».

La vita di Mario Calabresi è cambiata, ma non per questo è meno impegnata: «Adesso sto andando in giro a presentare il libro e ho il modo di scoprire cose nuove, il tempo libero mi permette di capire cose che prima non avevo la possibilità di conoscere. Prima lo facevo in maniera rapida perché da direttore di un giornale dovevo tornare subito in redazione. Ora invece ho tempo di ascoltare, capire e imparare».

 

 

Andrea Bonafede

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