Il futuro dei giornali di fronte a un mondo che si evolve sempre più velocemente. Giovedì 12 novembre la prima giornata di Glocal si è chiusa con l’incontro tra Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, padre Gianni Terruzzi di Radio Missione Francescana, e il giornalista Gianfranco Fabi. Al centro della serata l’esperienza di Avvenire: una delle testate che meglio hanno risposto alla rivoluzione in atto nel mondo dell’informazione.
«Quando papa Paolo VI fondò l’Avvenire – ha raccontato il direttore Marco Tarquinio – lo pensò con una vocazione decisamente glocal: radicato in Italia ma aperto al resto del mondo. Nel corso degli anni il giornale ha sempre mantenuto i suoi valori ed espresso le proprie convinzioni, anche quando questo ci ha portato ad affrontare polemiche molto dure».
Moderata dal giornalista Gianfranco Fabi, la discussione si è poi spostata sulle modalità con cui Avvenire si è adattato ai cambiamenti che hanno coinvolto l’editoria. «Continuiamo – ha spiegato Tarquinio – a stampare il giornale di carta, ma lo mettiamo a disposizione anche online, dove è accessibile gratuitamente da tutti i dispositivi. Lo smartphone è diventato lo strumento principale con cui si fruiscono le notizie, così come lo sono diventati i social. Sono uno dei pochi direttori che non ha un account Twitter e sta su Facebook “solo per sbaglio”, ma il nostro giornale è presente eccome sulle piattaforme online grazie soprattutto a un social manager molto attento».
Anche nell’era del digitale, essere i più veloci a dare una notizia non è la sola cosa che conta. «Bisogna salvare lo spirito che ha fatto nascere i giornali stessi – ha commentato Tarquinio -. Il giornale non può limitarsi a pubblicare frammenti di informazione, ma deve riaffermarsi come un sistema strutturato capace ogni volta di raccontare il giorno della vita del mondo e dargli un significato».
Ed è proprio per questo motivo che secondo Marco Tarquinio i giornali avranno un ruolo importante anche in futuro. «Più le persone – ha affermato il direttore di Avvenire – si renderanno conto che è la conoscenza approfondita dei fatti che succedono nel mondo ciò che rende veramente liberi, più ci sarà domanda di giornali. Sicuramente cambieranno i supporti, ma per le persone sarà sempre importante avere a disposizione delle fonti solide e affidabili di informazione».
Accanto all’evoluzione tecnologica, anche l’epidemia di Covid-19 ha portato i giornali a ripensare il proprio ruolo. «I primi momenti – ha raccontato Marco Tarquinio – ho fatto fatica ad accettare quanto fosse grave e violenta questa pandemia. Quando me ne sono reso conto, ho capito anche quanto fosse importante mettere al centro la tutela delle persone. Abbiamo visto quali conseguenze i paesi anglosassoni hanno subito per aver dato priorità ad aspetti diversi. Un’informazione sensata e responsabile aiuta le persone a decidere in modo più consapevole quali sono le priorità da tutelare».