“La newsletter raggiunge il luogo digitale più intimo del lettore, la casella di posta”, Marianna Bruschi, digital editor de La Stampa apre così l’incontro “Newsletter e giornalismo ‘per le nicchie’: valore e opportunità” del Glocal di Varese, al Salone Estense.
Carola Frediani, autrice di Guerre di rete su Substack racconta la sua esperienza: “Nell’estate 2018 ho deciso di non lavorare più a tempo pieno nel giornalismo e ho deciso di lanciare la mia newsletter. Si tratta più di un lavoro di curatela più professionale -spiega – È una forma ibrida. Non permette ancora di pagare uno stipendio, ma ho raccolto 14.000 euro, oltre mille donatori“. Il successo non è però facilmente replicabile, ma è “significativa per capire quello che si può fare in potenza e anche il desiderio del pubblico e dei lettori”.
“Noi di Slownews arriviamo dal “giornalismo veloce”. Abbiamo voluto ideare una newsletter per raggiungere tutti e dare al lettore la libertà di decidere quando voleva leggerla – spiega invece Andrea Coccia – Abbiamo cercato uno spazio che prima non era intaccato dalle logiche degli algoritmi. Così siamo riusciti nello scopo di creare un legame diretto con chi ti legge e creare una community. Ormai le notifiche della posta elettronica non si contano più. Ci arrivano newsletter da qualsiasi testata o sito web. Questo ha impoverito un pochino il mondo delle newsletter”.
MicroMega, la rivista di filosofia di Daniele Nalbone, non ha un programma editoriale web. “Noi pubblichiamo pezzi filosofici anche da 20mila battute. Per questo abbiamo optato per un sito sotto paywall che in verità è una newsletter. Utilizziamo i nostri canali social per proporla. Abbiamo scelto di creare un prodotto in collaborazione con un’altra testata, Slownews. Ci appoggiamo a Bookdealer per essere distribuiti dalle librerie che non siano Mondadori e Feltrinelli, sempre per promuovere la collaborazione tra realtà diverse”.
