Come parlare del Recovery fund e non inciampare nelle trappole comunicative

“Il Paese sta attraversando un momento di cambiamento importante dato dalla voglia di risveglio dopo la pandemia. I fondi europei non serviranno a ritornare alla fase ante-pandemia del 2019, ma bisogna effettuare un ripensamento del Paese”, ha aperto così l’incontro “Il tempo del recovery fund e la critica giornalistica” al Glocal 2021 di Varese il sindaco Davide Galimberti – L’informazione deve stimolare e contribuire a ciò”.

“Secondo noi mancava una narrazione del merito“, interviene Michele Mancino, vicedirettore di Varesenews, “è molto  importante sapere come comunicare le notizie riguardanti questo ambito. Poco tempo fa ho intervistato un imprenditore che ha messo nell’agenda un piano di sostenibilità e mi ha detto: ‘La sostenibilità la può spiegare e capire solo chi la pratica’. Bisogna far trasparire nella comunicazione che per l’Italia questa è una grande occasione di rilancio“.

“Il recovery fund è qualcosa di storico”, esordisce Tomas Miglierina, corrispondente da Bruxelles per Radiotelevisione svizzera RSI, “nel senso che è qualcosa che non è mai stato fatto. Il Covid non ha colpito tutti i paesi allo stesso modo, soprattutto all’inizio. Dovendo raccontare il Next generation Ue per la televisione svizzera, da fuori i fatti si vedono in maniera diversa, e si capisce che la priorità europea è quella di salvare il mercato interno. Nonostante esistano differenze tra i Paesi dell’Ue, rispetto a quando i Paesi frugali sono entrati dell’Unione, ora sono molto meno. Le economie europee sono sempre più interdipendenti tra loro“. Il Next generation Ue non è solo il recovery Fund, ma è il Recovery che “fa la parte del leone”.

Secondo Isabella Tovaglieri, Europarlamentare della Lega, il Next generation Ue è imprescindibilmente legato al tema dell’unanimità. L’Ue infatti ha dovuto creare un sistema di debito comune: “Superata la credenza che il veto di pochi Paesi può influire sulla maggioranza, si è trovato un accordo per i finanziamenti. Attraversiamo un momento di entusiasmo nel futuro. Il Recovery fund è un’iniezione di liquidità ma non è la soluzione a tutto. Spendere i fondi è semplice, ma trovare ottime soluzioni per investirli è il problema”.

“Nella comunicazione giornalista dovrebbe trasparire che le imprese italiane hanno un ruolo fondamentale per il mercato interno“, sostiene Brando Benifei, Capodelegazione del Partito democratico al Parlamento europeo, in collegamento da Bruxelles.

Massimo Gaudina, Capo Rappresentanza e Portavoce della Commissione Ue a Milano, mette in guardia dalle tre trappole comunicative del Pnrr.  “Innanzitutto, il Pnrr non è un piano Marshall, cioè un piano d’aiuto che viene dall’esterno, ma è un aiuto che l’Europa si dà da sola. Inoltre, sembra che oltre al Next Genration Ue, l’Europa non abbia fatto nulla per aiutare i Paesi a uscire dalla pandemia. Invece non è vero. Per esempio, sono  sospesi i parametri di Maastricht sulla legge di bilancio. L’ultima trappola è che il Recovery è un meccanismo di investimenti e di riforme, non solo solo dei fondi”.

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