Che cos’è un borgo? Lo rivela il progetto Piccoli borghi italiani, che racconta 12 realtà, piccole o piccolissime. 12 borghi italiani, con altrettante storie tutte diverse tra loro, ma con un elemento comune: il patrimonio artistico.
I Borghi
È proprio l’arte a legare i 12 borghi. Si parte da Campana di Fagnano Alto in Abruzzo, un borgo di 18 abitanti che accoglie i visitatori con un ponte romano del I secolo d.C.. Si passa poi a Civitacampomarano, in Molise, dove la street art ha trasformato il paese in una grande opera d’arte. Ma ci sono anche Succiso, il paese dei lupi in Emilia Romagna, e Cornello dei Tasso, il borgo lombardo dove è nata la posta. Senza dimenticare Squillace, il paese calabrese famoso per la ceramica, e Santa Fiora, in Toscana, celebre per il coro di minatori che gira le piazze d’europa.
In Liguria, poi, ci sono i borghi di Bordighera Alta, detta “la città delle palme”, e di Dolceacqua, i cui colori fecero innamorare Monet. Valle dell’Angelo, invece, è il comune più piccolo della Campania ed è permeato da una profonda spiritualità. Corinaldo, nelle Marche, è il primo paese ad aver importato in Italia la festa di Halloween. Mentre Saint-Rhémi-en-Bosses, in Valle d’Aosta, ha uno storico carnevale che ricorda il passaggio di Napoleone. Ma bisogna andare nelle isole per concludere il viaggio tra i borghi: prima in Sardegna, a Fertilia, il paese degli esuli modello di integrazione riuscita, infine in Sicilia, a Poggioreale, dove tra le macerie di un borgo distrutto dal terremoto iniziano a intravedersi i primi segni della rinascita.
Il progetto
Piccoli Borghi nasce dal lavoro delle realtà giornalistiche presenti sul territorio dei 12 borghi. Realizzato da A.N.S.O. in collaborazione con Google News, si tratta di un progetto innovativo nelle modalità, perché racconta le singole comunità non solo dal punto di turistico, ma anche da quello economico. I borghi italiani, infatti, si stanno spopolando. I giovani sono andati via, e per invertire la tendenza bisogna spingere le persone a rinnamorarsi del territorio. Come? Partendo dalle tradizioni del singolo borgo.
È questa la differenza con gli altri progetti. Piccoli Borghi italiani, infatti, cerca di far rivivere a lungo termine l’economia locale. Vuole dare lavoro ai giornali e alle realtà locali. Così il progetto potrà andrà avanti, capitalizzando il lavoro fatto sui territori in un evento che coinvolga la popolazione dei borghi, dandogli ulteriore visibilità. Tanti altri piccoli borghi, poi, stanno chiedendo di entrare a far parte del progetto, dal quale è nata addirittura una rivista.
Così, entreranno a far parte della piattaforma di Piccoli Borghi Italiani, che offre un racconto molto dettagliato e ricco di foto e video. Al suo interno si trova il lavoro finale del regista Francesco Raganato, che a Glocal ha raccontato come è riuscito a legare 12 borghi con storie completamente diverse. «Da ognuno ho preso un elemento di specificità. Così ho capito ogni singolo borgo e ho potuto raccontare storie che meritavano di essere raccontate. Nei borghi ho trovato l’inaspettato», ha spiegato il regista.
Che ha poi risposto alla domanda iniziale: «Che cosa è un borgo? Un luogo da cui partire ma anche in cui tornare, per riscoprire le proprie radici».