Gli algoritmi in redazione

È come se si passasse da correre i 100 metri a fare una maratona. Tanta e tanto grande è la differenza tra il giornalismo cartaceo e quello sul web. Pochi i punti fermi e molte le variabili del passaggio da un medium all’altro. Martina Pennisi, giornalista del Corriere della Sera, ha descritto uno scenario complicato e dalle molteplici variabili con il quale tutti i giornali devono ormai fare i conti. Non è importante solo la pubblicità online, che sicuramente aiuta sotto il punto di vista economico, ma ci sono anche i social, i motori di ricerca, i portali: tutti “luoghi” che permettono ai lettori di accedere agli articoli e ai contenuti informativi. Un universo complicato, che obbedisce ad algoritmi e a regole scritte dai gestori delle piattaforme; così complicato da cambiare totalmente le dinamiche del giornalismo.

Ormai: «Non dobbiamo vincere il premio della critica, dobbiamo vincere il premio Google». Con una frase di un suo ex direttore, Gaia Berruto, coordinatrice editoriale di Mediaset Infinity Magazine, fa capire come gli algoritmi abbiano cambiato il mestiere del giornalista, perché, in fondo, «il giornalismo digitale non è giornalismo, è un’altra cosa», dice scherzando. Non vale più il sensazionalismo, il calembour, il titolone. Bisogna semplicemente pensare: come lo cercherei su Google? E il gioco è fatto…almeno finché Google non cambia le regole che indicizzano le richieste, spingendo i giornali ad adattarsi.

Un adattamento che non per forza deve essere appiattimento e annullamento del giornale rispetto agli algoritmi. Fondamentali sono tutti quegli strumenti che monitorano l’andamento dei siti e dei singoli articoli. I dati che questi forniscono, su reach, audience, lettori, possono essere la chiave per instaurare un rapporto virtuoso con le regole dell’online. Dalla sua esperienza, Valerio Bassan, consulente digitale, tra gli altri, per Il Sole 24 Ore, Forbes e Vice, ha intuito come lo studio dei numeri, supportato da una struttura imprenditoriale adeguata e da un metodo di fruizione definito, aiuti a trovare dei processi, delle ricorrenze, che permettono ad ogni giornale di darsi le sue regole di utilizzo del web. In questo modo, ogni testata può raggiungere il target di lettori che preferisce, promuovere i contenuti che vuole, darsi un’immagine e un’identità definita.

Una regola fissa però c’è. Unico principio che vale e varrà sempre sull’online: qualsiasi cosa si voglia fare, farla bene e con costanza.

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