Festival Glocal prosegue con “Le regole europee sull’intelligenza artificiale e il giornalismo” in Sala Campiotti, dove si è parlato del regolamento AI Act, degli obiettivi che si vogliono perseguire e dei possibili rischi che l’intelligenza artificiale può portare.
Gli speaker dell’incontro Brando Benifei, parlamentare europeo, Luca De Biase, giornalista, Federico Ferrazza, Direttore, Wired Italia, Carola Frediani, giornalista e Cybersecurity Engagement Manager e Tomas Miglierina, Giornalista, RSI
L’incontro si è aperto con Tomas, che ha introdotto l’argomento sull’AI e sul dibattito riguardante l’approvazione del regolamento, lasciando poi la parola a Brando Benifei «il regolamento AI è il primo al mondo ad essere una legge e non un codice di condotta. Oggi se ne parla molto di più e si stanno facendo sempre passi avanti». Il regolamento infatti presenta un elemento fondamentale, come dice Benifei: «Noi guardiamo i rischi per l’individuo, cittadino, lavoratore, è un approccio un po’ diverso. Si parla di umanicentrismo».
Carola Frediani ha aggiunto: «L’AI Act è molto importante, ha dettato la corsa a posizionarsi a livello di policy e di governo. Alcune delle sue misure sono presente in policy di ONG americane». Con lei si è parlato anche di una supervisione sempre più ampia e pubblica per limitare i rischi legati alla tutela dei dati dei singoli individui «a volte queste tecnologie sono così potenti che ne possiamo perdere il controllo, è per questo che servono i regolamenti».
Con Federico Ferrazza si è introdotto il tema della libertà dell’informazione, dell’uso dell’intelligenza artificiale nel giornalismo «molte testate usano l’intelligenza artificiale per scrivere articoli, o scegliere quale pezzo mettere a pagamento e quali no». Ha concluso dicendo che l’AI Act non entra nello specifico del giornalismo, ma non viene utilizzata solo in quest’ambito ma si sta espandendo in più territori diversi.
Luca De Biase ha poi concluso l’incontro parlando di accettazione dell’intelligenza artificiale «le leggi vengono realizzate in base alle cose che sono successe, e non su quello che deve accadere, dunque l’AI Act è evidentemente un episodio in una storia molto più lunga» e di principi e diritti umani «cosa vogliamo veramente oggi? Inclusione sociale, equità, ecosistema in equilibrio, che i minori siano protetti, come le fragilità, innovazione tecnologica?».