Il Festival Glocal prosegue con “Come cambia il giornalismo scientifico?”, un incontro tenuto in Salone Estense, dedicato interamente al giornalismo scientifico, e a quanta fiducia ancora si da alla professione.
Speaker dell’incontro Beatrice Mautino, giornalista e divulgatrice scientifica, Federico Ferrazza, Direttore, Wired Italia, Elisabetta Tola, giornalista scientifica e Michele Mancino, giornalista VareseNews.
Alla domanda se c’è un sentimento antiscientifico, Federico risponde subito dicendo: «Si, ma non è diverso da quello che accade nel resto del mondo».
Si parte subito sottolineando come la questione scientifica è centralissima nelle nostre vite, c’è riconoscimento sempre più alto del ruolo, a vari livelli della scienza. Si tocca l’argomento importante della “semplificazione”.
Il sapere scientifico non è sempre comprensibile a tutto il pubblico. Beatrice a proposito ricorda il periodo della pandemia e come l’informazione veniva richiesta e come veniva trasmessa «riuscire a raccontare una situazione complessa come quella del Covid, la difficoltà e sfida che abbiamo vissuto in quel periodo è stata quella di dare a un contesto complesso, riuscendo a superarlo, una semplificazione. C’è stato anche il riconoscimento di una figura che prima una fetta della popolazione non vedeva. Ed è stato un grande passo avanti».
Federico introduce anche l’argomento della comunicazione sui media «le persone cercavano di capire dai media tradizionali le informazioni che venivano date ma non comprendendole si sono spostate sui social per capire cosa stesse accadendo. Quello che è mancato sui media tradizionali è stato il racconto del metodo, su cui la scienza si basa.»
Conclude Elisabetta prendendo come esempio la figura di Alberto Mantovani, come archetipo di divulgatore scientifico, e si introduce come anche le piattaforme social possono essere un grande pericolo per il racconto della scienza «l’età media dello spettatore di televisione di scienza è over 60. Serve un aggiornamento generazionale, che cerchi tipo di informazione diversa, che si identifichi in quel tipo di comunicazione».