Di cosa si è parlato il pomeriggio di mercoledì 8 maggio a Glocal Genova

Dal marketing territoriale all’intelligenza artificiale, dalla fiducia nel lavoro dei giornalisti al racconto della crisi climatica. Questi i temi al centro del dibattito nel corso del pomeriggio di mercoledì 8 maggio a Glocal Genova.

“Piccoli comuni, grande comunicazione. Il valore della land reputation

Un Paese sempre più digitale e connesso. Soprattutto dopo il periodo della pandemia, quando l’esigenza di comunicare in modo immediato si è fatta sentire ancora di più. Questa la fotografia dal quale è iniziato l’incontro dal titolo “Piccoli comuni, grande comunicazione. Il valore della land reputation“. Sul palco alcuni sindaci del territorio ligure hanno raccontato come è cambiata la comunicazione istituzionale delle Pubbliche Amministrazioni negli ultimi anni: oggi non è possibile fare a meno del digitale per restare in contatto con i propri cittadini, per capire qual è il loro sentire, ma anche per una comunicazione immediata e per avere uno sguardo che porti fuori dai propri confini. Per fare sistema. L’incontro è stato moderato da Marco Giovannelli, Presidente di ANSO e Direttore di Varesenews e in più momenti è stato un’occasione per riflettere su quanto i social siano anche un mezzo di promozione e attrattività per realtà poco conosciute come i comuni di aree interne o realtà di ottocento abitanti. Un incontro che ha visto su palco Simone Franceschi, Sindaco di Vobbia, Alessandro Silvestri, Sindaco di Luni, Armando Biasi, Sindaco di Vallecrosia e Rodolfo Mirri, Sindaco di Carcare che hanno raccontato come l’arrivo del digitale sia stato fondamentale. I sindaco raccontano che oggi non esistono più le affissioni e nessuno può fare a meno di essere informato in tempo reale. Certo, questo non basta per lo sviluppo di un territorio che ha bisogno di una politica di crescita e sviluppo bene definita, soprattutto oggi, in un Paese sempre più vecchio e dove la denatalità aumenta. Servizi, attenzione alle necessità dei cittadini, realtà che fanno sistema.

L’Aquila Capitale Italiana della Cultura 2026

«Una grande sfida – sottolinea Pierluigi Biondi, sindaco de L’Aquila commentando il riconoscimento de L’Aquila Capitale Italiana della Cultura 2026 –. Non sarà un risarcimento alla distruzione e al dramma che abbiamo vissuto con il terremoto del 2009. Ma per noi, come per altri comuni colpiti dalla devastazione del terremoto è una sfida: dimostrare che la cultura può esser il motore per lo sviluppo di un territorio. Vogliamo costruire un modello per aree interne. Oltre alla costruzione materiale esiste una ricostruzione culturale». Il sindaco, intervistato da Marco Giovannelli, Presidente di ANSO e Direttore di Varesenews ha poi sottolineato come oggi, a distanza di quel terremoto devastante, sia un comune in continuo movimento, dove ogni giorni c’è un nuovo cantiere: «Non esiste altra città al mondo in una situazione come questa in cui c’è l’intervenendo su palazzi, parchi, strade. Certo, vivere a L’Aquila oggi non è facile nella sua quotidianità ma è una realtà che continua ad attrarre studenti universitari da tutto il mondo e nel suo conservatorio, ad esempio». Ma cosa necessitano le aree interne per crescere davvero? «Un cambiamento nelle dinamiche di chi le governa. Non si può pensare di utilizzare gli stessi parametri per le grandi città e aree come la nostra. Cambiano i servizi che tu devi dare ai cittadini, cambiano le distanze, le esigenze. Questo è sicuramente un punto di vista fondamentale, per noi e per tutte le province come la nostra».

Giornalismo e AI

Dell’impatto dell’intelligenza artificiale sul mondo dell’editoria ha parlato Mirko Bruni, COO di The Fool. «Quanti giornalisti perderanno il lavoro? Già oggi ad un editore non conviene stipendiare un giornalista». E quindi che farà chi svolge questo mestiere? «Le possibili risposte sono due. La prima è quella catastrofica, di chi teorizza che quella indotta dall’intelligenza artificiale sia la prima vera crisi dei colletti bianchi e occorra un reddito di cittadinanza universale. L’altro approccio sostiene che, come minimo, l’AI diventerà uno strumento di lavoro e che il punto non sia tanto la competizione tra l’uomo e la macchina ma tra l’uomo e il collega che sa usare bene l’intelligenza artificiale». Il consiglio di Bruni, però, è quello di «uscire da una logica di contrasto e capire quali possano le applicazioni utili per il nostro lavoro». Ad esempio trascrivere le interviste.

Altro impatto dell’intelligenza artificiale è quello legato al rapporto con la verità dei fatti. «L’intelligenza artificiale è in grado di costruire realtà alternative perfettamente credibili», ha sottolineato il giornalista e autore Daniele Chieffi, «questo inserisce un ulteriore elemento di indeterminatezza e di necessità di recuperare un ruolo centrale etico e deontologico di giornalista e comunicati». Un’indeterminatezza sulla quale ha costruito la propria attività di fact-checker il vicedirettore di Open David Puente: «basta che un giornale compia un errore perché si consolidino narrazioni false, in una sorta di effetto a catena. E l’intelligenza artificiale ha ingigantito questo problema». Ad indicare una possibile soluzione ci ha pensato Giovanni Boccia Artieri, sociologo dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo: «mi chiedo se non sia il momento di far crescere i lettori rendendo più trasparenti le fonti che ci sono dietro ai fatti che vengono raccontati, ovvero di spiegare, oltre alle notizie, anche il modo in cui sono state costruite».

Indagare la crisi climatica: strumenti di inchiesta ambientale per una visione dal globale al locale

«Il cambiamento climatico è un tema sempre più caldo all’interno delle nostre vite, lo è con delle caratteristiche molto nuove. Una volta alcuni fenomeni atmosferici erano caratterizzati in alcuni periodi dell’anno, ormai sono diffusi in modo indistinto», apre così l’incontro sulla crisi climatica Marco Giovannelli, Direttore di VareseNews e Presidente ANSO. Come il cambiamento climatico ha cambiato l’impatto sulle piccole comunità? E come utilizzare i dati per parlare di clima e fenomeni globali a livello locale? Di questo ne parla Orlando Gjergji, Data Analyst e Data Journalist, attraverso la presentazione del progetto Lungo le vie dell’Acqua: «Questo progetto ha l’obiettivo di provare a creare un ponte tra i dati scientifici ed il pubblico, soprattutto con i giornalisti scientifici, in modo che possano così usarli come fonti secondarie». Il progetto inoltre si propone di dare una dimensione il più locale possibile, per verificare anche la quantità di acqua effettivamente disponibile nelle regioni d’Italia. Cosa rappresenta ANSO e come racconta il cambiamento climatico, lo spiega il Direttore di Tp24 e Consigliere ANSO, Giacomo di Girolamo: «Ora è il momento di parlare di cambiamento climatico, come farlo? Il cambiamento climatico è qualcosa contro cui tutti andremo a sbattere contro, dato che è un problema davanti gli occhi di tutti. ANSO raggruppa decine e decine di testate per dare un senso allo stare insieme e produrre contenuti».

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