Il giornalismo sta attraversando una fase di crisi e profonda trasformazione, specialmente riguardo ai suoi modelli di diffusione e alla redditività delle imprese editoriali.
Non è più una novità tra gli addetti ai lavori ma nemmeno tra il pubblico dei lettori. La pluralità di canali, la velocità, la rincorsa al clickbaiting sono elementi con cui quotidianamente si scontra la professione.
Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti ha acceso un faro su questa evoluzione del giornalismo, un misto di tecnologia, nuovi approcci, maggior competitività e diverse modalità di fruizione.
L’indagine sfocia in un report annuale. Il secondo Rapporto dell’Osservatorio sul giornalismo digitale concentra l’attenzione sul “lettore perduto”, ossia sui destinatari finali dell’attività giornalistica e sulle modalità di fruizione dell’informazione, mettendo a fuoco i rischi non solo per il giornalismo ma per il sistema democratico e, allo stesso tempo, individuando opportunità, esperienze e linee di tendenza per un utilizzo consapevole e proficuo delle tecnologie, a partire dall’intelligenza artificiale generativa.
Il tema sarà dibattuto a Glocal giovedì 7 novembre ore 14.30 in Sala Campiotti nel panel:
Salvare i giornalisti e le giornaliste per salvare il giornalismo: l’osservatorio sul giornalismo digitale
( incontro con crediti formativi deontologico).
Invitati sono il Presidente dell’Ordine nazionale dei Giornalisti Carlo Bartoli che ha inaugurato il progetto dell’Osservatorio nel 2023, Andrea Iannuzzi, senior managing editor di La Repubblica, Antonio Rossano, giornalista e presidente di Media Studies e Mario Tedeschini Lalli giornalista e storico.
Si affronterà la realtà mutevole e in continua trasformazione, analizzando le dinamiche degli algoritmi, anche nelle fasi di produzione delle news giornalistiche. L’analisi comprenderà anche il ruolo dell’intelligenza artificiale che si sta affacciando nelle redazioni.
C’è ancora speranza per il giornalismo?
La domanda la poniamo a Marco Ferrando, direttore del Master di Giornalismo di Torino e vicedirettore di Avvenire
Non è tutto perso per l’informazione. Dalla ricerca emergono i punti di debolezza ma anche qualche elemento di forza che riguardano i linguaggi, la creazione dei processi. In particolare si evidenzia ciò che il lettore chiede
E cosa chiede di preciso?
Meno informazione e più comprensione. Il valore del contributo giornalistico sta nell’offerta di prospettive diverse, ragionamenti personali, semplificazioni di concetti complessi, notizie che impattano sulla vita quotidiana e sulla società. Poi c’è tutto il capitolo dell’informazione locale che è e resta centrale perché ancorata saldamente alla sua comunità di riferimento
I social quale ruolo hanno nell’informazione odierna
Si confermano la principale fonte ma il loro gradimento sta cominciando a calare. Diciamo che si è interrotta la crescita. Facebook è di fatto superato
E l’intelligenza Artificiale che impatto avrà nelle redazioni?
In Italia siamo ancora agli albori della trasformazione, mentre in altri paesi il processo è già avviato sollevando questioni. Noi possiamo, quindi, beneficiare di queste analisi altrui da dove emerge che ci sia la convinzione della superiorità dell’intelligenza umana. Mi spiego: nella collaborazione tra umano e robot sarà sempre l’intelligenza umana a guidare e dirigere quella artificiale.