I temi della seconda giornata di Glocal Sud

La seconda giornata di Glocal Sud inizia al teatro comunale di Marsala, «piccolo scrigno di cultura» con un evento organizzato  da 38° Parallelo sull’importante tema della giustizia riparativa. Sul palco i familiari delle vittime di mafia, Margherita Asta, Marene Ciaccio Montalto, Laura Marcone, Agnese Moro (in collegamento), Marco Bouchard, presidente onorario della Rete Dafne Italia e Giancarlo Caruso, magistrato. Ha aperto l’incontro il direttore di Varesenews, Marco Giovannelli, presidente Anso, che ha portato l’esempio del carcere di Bollate: «La giustizia riparativa è un tema centrale perchè ci permette di parlare di diritti -. Facile fare uno slogan, diverso è quando si conosce la storia delle singole persone. Porto qui l’attenzione dei giornali digitali a questa tematica».

Le opportunità della giustizia riparativa

La giustizia riparativa, seppur «ancora applicata solo in casi sporadici», come denunciato dal magistrato Caruso, «rappresenta un cambio di paradigma che potrebbe essere epocale, in quanto supera la centralità del carcere e mette al centro la comprensione del reato». Un aspetto importante per i familiari delle vittime, che con la giustizia riparativa diventano parte attiva nella risoluzione del reato stesso. Margherita Asta ha perso la madre e i suoi fratelli nella strage di Pizzolungo: «Ho avuto la possibilità di incontrare uno degli esecutori dell’omicidio – ha raccontato –. Questa persona mi ha guardato negli occhi tra le lacrime: era già stata assolta, ma ha chiesto scusa. Questi incontri aiutano a scrivere una parte di verità. Giustizia, per me, non è solo vedere le persone in carcere. Giustizia, per me, sarebbe conoscere il perché in questo Paese si voleva uccidere. Consentirebbe a noi vittime di capire perché abbiamo vissuto una vita piena di dolore e di sofferenza. Sofferenza che non resta vana grazie alla nostra forza di testimoniare».

Marene Ciaccio Montalto si è tenuta tutto dentro per 40 anni, prima di trovare la stessa forza: «Esporsi può aiutare la memoria? È un eterno dilemma», ha detto la figlia di Gian Giacomo Ciaccio Montalto, sostituto procuratore a Trapani, ucciso dalla mafia quando lei aveva 12 anni.  Importante anche la testimonianza di Agnese Moro, che solo 31 anni dopo la morte del padre ha trovato, grazie a padre Guido Bertagna, chi ascoltasse il suo dolore: «Ho riletto il referto dell’autopsia eseguita sul corpo di mio padre per essere certa di non stare “annacquando” qualche cosa di quello che è successo andando a incontrare chi aveva contribuito a ucciderlo, e mi ha dato la certezza che non stavo annacquando niente».

Come riconoscere le fake news

La mattinata al complesso monumentale di San Pietro si è aperto con la presentazione di un progetto dell’Università di Palermo, che ha elaborato un algoritmo dedicato al riconoscimento delle cosiddette fake news, realizzato per valutare i prodotti del citizen journalism di Blasting News. Ma come funziona l’algoritmo presentato dal professor Ferdinando Trapani e dalla ricercatrice Serena Del Puglia dell’Università di Palermo? «Ci sono alcune condizioni che permettono di verificare la veridicità di una notizia, come l’attendibilità del sito che la pubblica, l’autorevolezza dell’autore, la grafica del sito stesso e il sentiment. Sappiamo che spesso le fake news vogliono suscitare forti emozioni negative», ha spiegato quest’ultima.

Intelligenza Artificiale e dati per il giornalismo on line

Nella tarda mattina si è tornati a parlare di intelligenza artificiale con un focus sui dati per il giornalismo on line con Riccardo Saporiti, data journalist, laureato in filosofia della scienza e Francesco Appari, giornalista di Tp24.

Durante l’incontro sono stati presentati i diversi tool per l’ IA. Tra questi c’è Claude, una chatbot con abilità avanzate che ha la capacità di analizzare dati, con la quale Saporiti ha realizzato articoli e inchieste. Con Claude Saporiti ha calcolato il tasso di sanremesità delle canzoni in gara per il Sole 24 Ore e ha pubblicato per Wired un’inchiesta sui ritardi accumulati dai Frecciarossa negli ultimi due anni: «L’Intelligenza Artificiale funziona meglio se specializzata – ha spiegato -, il suo limite è umano, sbaglia quando l’uomo usa lo strumento sbagliato. Senza un tool specializzato come Claude non avrei mai potuto analizzare i dati per realizzare la mia inchiesta sui treni: io non sono un informatico. L’Intelligenza Artificiale in questi aiuta il lavoro del giornalista».

Il giornalismo che si fa comunità

Dedicato a come il giornalismo è capace di creare comunità il primo appuntamento pomeridiano al complesso monumentale di San Pietro. «Siamo sopravvissuti al web affiancando all’informazione anche la formazione», ha spiegato Daniela Girgenti (Tecnica della scuola). Matteo Rainisio ha invece portato l’esperienza di “The flight club”, community dedicata al volo: «ho vissuto il paradosso di passare da editorie di due giornali che si rivolgono a una comunità a crearne una vera e propria». Il direttore di Linkiesta Christian Rocca ha invece ricordato come le testata che dirige, nata sul web, «ha compiuto il percorso inverso, dando vita ad una serie di giornali cartacei». Il direttore di VareseNews Marco Giovannelli ha invece raccontato l’esperienza di Materia, nuova sede del giornale, «frutto di un percorso partecipativo e realizzato anche grazie a percorsi di crowdfunding che hanno coinvolto la comunità». Biagio Semilia, presidente della Federazione Editore Digitali, ha concluso ricordando che «il giornale su Internet vince davvero solo quando esce dalla rete».

Spazio al giornalismo sportivo

La giornata si è conclusa con un incontro dedicato al giornalismo sportivo. «Il telecronista ha meno di un secondo per cercare di intuire un aspetto dei cento che stanno capitando in campo», ha spiegato Flavio Tranquillo, giornalista di Sky Sport e storica voce del basket, «mi fa ridere tutta l’analisi e la mitopoietica della telecronaca, che dal mio punto di vista resta un esercizio di sopravvivenza, un tentativo di capire costa sta succedendo e raccontarlo».

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