Marco Malvaldi sarà a Varese mercoledì 12 novembre per un incontro dai diversi temi. Oltre ai suoi ormai famosissimi vecchietti del Bar Lume, Malvaldi si occupa di scienza a vari livelli.
Oltre al Telefono senza fili (Sellerio), è appena uscito per Laterza, Capre e cavoli. L’eterna lotta tra gli algoritmi e il caos.
Los Alamos, 1944. Un problema matematico apparentemente insormontabile viene risolto suddividendolo in un insieme di problemi semplicissimi, nient’altro che una sequenza di addizioni e sottrazioni. Purtroppo, la sequenza è lunghissima, e la probabilità di errore da parte di un essere umano è esageratamente alta. Uno dei matematici del progetto Manhattan propone di mettere al lavoro in parallelo gli emigranti cinesi di Taiwan; un altro matematico, John von Neumann, propone invece di provare a far fare questa sterminata sequenza di conti alla nuova macchina calcolatrice elettronica, che sa fare – per l’appunto – solo addizioni e sottrazioni. Da quel momento la parola computer entra nel nostro destino. Per interagire con i computer, che sono macchine molto efficienti e piuttosto stupide, l’essere umano è costretto ad adeguarsi alla loro logica rigida, elementare ed efficace,suddividendo ogni problema in una sequenza di operazioni semplicissime. Una sorta di ricetta numerica che prevede di aggiungere chicco a chicco, granello a granello. Non conta quanto sia lunga la sequenza, conta solo che sia corretta. Queste ricette – chiamate tecnicamente algoritmi – vengono oggi utilizzate per prevedere il tempo meteorologico, individuare l’autore di un testo scritto, regolare mercati finanziari e capire se una coppia di persone sono amanti. E, man mano che gli utilizzi aumentano, e gli algoritmi si raffinano, nascono nuove questioni filosofiche: se i computer siano in grado di capire quando scherziamo, o se potranno mai sviluppare una coscienza. Domande meno scontate di quanto potrebbe sembrare.
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